Le divinità
Per gli iorubá la realtà esiste simultaneamente su due piani, l’aiyé (terra) e l’orun (cielo), e chiamano genericamente ará-aiyé tutti gli esseri naturali della terra e ará-orun o irunmalé tutte le entità soprannaturali del cielo. Fanno parte di questa seconda categoria gli Orixás, gli ancestrali e tutti i doppi spirituali di ciò che esiste sulla terra.
Olorun, Dio principio creatore, generò i 400 Irunmalé di destra e i 200 di sinistra. Fra i primi incontriamo gli Orixás propriamente detti – i cui poteri sono stati decisi direttamente da Olorun – che costituiscono il gruppo degli Orixás funfun, guidati da Oxalá, detentore del potere generatore maschile.
Gli Irunmalé di sinistra, invece, sono gli Ebora, alla cui testa c’è Odudua, rappresentante del potere generatore femminile. Sono qui incluse anche tutte le entità soprannaturali figlie, generate dall’incontro fra Oxalá e Odudua.
Il termine Ebora è quasi completamente sparito in Brasile, dove si usa il termine Orixá per tutte le entità sintesi del principio maschile e femminile.
Gli Orixás, per come vengono venerati oggi in Brasile, sono dunque emanazioni stesse di Olorun, detentori di axé e delle forze della natura. Fuoco, acqua, foresta, pietre, hanno ognuno i loro Orixás di riferimento.
Le divinità del Candomblé rappresentano, inoltre, archetipi ben specifici della vita interiore e collettiva: Oxum la sensuale è generatrice di fecondità, Oxóssi il cacciatore porta abbondanza, Ogun il guerriero si occupa di proteggere la comunità. Ogni Orixá assume dunque il comando di un aspetto specifico della vita sociale e interiore.

Exu

È il messaggero tra gli dei e gli uomini, l’elemento dinamico di tutto ciò che esiste e il principio della comunicazione e dell’espansione. Quando viene chiamato Bará, è il principio della vita individuale.
Ogun

Dio del ferro, dell’agricoltura, della guerra, della caccia, protettore di tutti coloro che lavorano nelle arti manuali e con strumenti di ferro. Figlio primogenito di Oxalá e Odudua, rappresenta la sintesi del principio maschile e femminile, colui che apre i cammini agli altri Orixás.
Oxóssi

Orixá iorubá della caccia, figlio di Iemanjá, marito di Oxum e padre di Logunedé. Viene chiamato anche Odé, cacciatore. Rappresenta l’ostinazione, non però allo stato selvaggio come Ogun, ma finalizzata a una meta precisa.
Omolu

Conosciuto anche come Obaluaiê, è l’Orixá del vaiolo e delle malattie epidemiche in generale. Il suo carattere è temibile poiché, se non ben venerato, può arrabbiarsi e portare malattie nel mondo.
Ossâim

Orixá delle foglie liturgiche e medicinali, per questo considerato “Orixá della medicina”. Vive nella foresta con il suo fedele compagno Aroni, il vero conoscitore delle proprietà delle erbe: Aroni ha la conoscenza, Ossâim il potere della cura, insieme i due si completano.
Iroko

È un Orixá fitomorfo, e abita in un albero. In Africa la sua abitazione era la Chlorofora Excelsa, enorme pianta che, non essendo stata esportata in Brasile, è stata qui sostituita da alberi altrettanto possenti, come il Ficus Gomelleira.
Oxumarê

Orixá dell’arcobaleno, presiede il tempo e la trasformazione. È rappresentato da un serpente, il grande serpente arcobaleno che viene dalle profondità e trasporta l’acqua in cielo, oppure da un serpente che si morde la coda, l’uroboro, simbolo dell’eternità.
Nanã

Orixá antico, definita la madre di tutti gli Orixás. Signora dei pantani da cui è sorta la vita, rappresenta l’insieme delle prove che portano alla maturità, è l’esperienza della vita negli aspetti più drammatici.
Oxum

Dea delle acque dolci, rappresenta la passività della forza dell’acqua, la cascata che genera energia per il solo fatto di esistere, senza sforzo. Orixá legata alla ricchezza e alla sensualità, viene definita la Venere nera, la seduttrice, colei al cui sguardo non si può resistere.
Logunedé

Figlio di Oxóssi e Oxum, vive per sei mesi con la madre pescando nei fiumi e per sei mesi cacciando col padre nella foresta. È un fanciullo simbolo dell’abbondanza, della ricchezza, dell’incanto e della bellezza.
Obá

Orixá del fiume Obá e sposa meno amata di Xangô. Secondo una leggenda, ingannata da Oxum, si taglia un orecchio per cucinarla nella zuppa del marito, come feticcio di amore, ma costui, disgustato, la ripudia.
Euá

Orixá della guerra e della caccia, divinità dotata di rarissima bellezza. Signora della comunicazione, della trasformazione degli opposti. Patrona della sensitività e della visione, abita nelle fonti d’acqua dolce e rifugge da qualunque uomo.
Oiá

Signora dei venti e delle tempeste, chiamata anche Iansã (abbreviazione di Iá + messan, madre dei nove, riferendosi ai suoi nove figli), dea della libertà e delle passioni. È un’amazzone, una guerriera che lotta con intensità e forza.
Yemanjá

In origine divinità del fiume Ogun, in Brasile ha preso il posto di Olokun ed è diventata signora del mare e di tutte le acque salate, Iá Omo Ejá, madre i cui figli sono pesci. Viene considerata la madre di tutti gli Orixás.
Airá

Orixá del fuoco e dei vortici, proveniente dalla regione di Savé, nel Benin, figlio di Orixã Mama e Oluxanxê. Alcuni studiosi lo identificano come caporale delle truppe di Xangô, altri come suo fratello o addirittura sua moglie (Iá Irá).
Xangô

Signore del fuoco e dei fulmini, fu il quarto re della città di Oyó. È l’Orixá che rappresenta il calore, il fuoco che mantiene la vita. Questa dinamicità lo rende anche una divinità erotica, sensuale e attraente: si presenta come un re maestoso che incanta con la sua potenza.
Oxaguiã

Forma giovane e guerriera di Oxalá, è l’Orixá dell’igname, una tuberacea che è divenuta il suo cibo sacro. Questa divinità, proveniente dalla città nigeriana di Ejigbô, rappresenta il guerriero che lotta per la pace.
Oxalufã

Orixá originario della città di Ifon, in Nigeria, è a capo degli Orixás funfun (gli Orixás bianchi). Il più anziano e rispettato. Creatore degli uomini, viene chiamato anche con l’epiteto Babá Ori, padre delle teste.
Ibeji

Simbolizzano il principio della dualità, rappresentati in Africa dai gemelli sacri. Il loro nome significa nati doppi (ibi: nascere, eji, due) e sono i patroni di tutto ciò che implica una duplicità: coppie, opposti, gemelli.
Erê

Rappresentano la parte infantile dell’Orixá, messaggero fra l’umano e il divino. Si tratta di spiriti bambini, figli dell’Orixá stesso, che si possono manifestare nella trance dei fedeli per dare dei messaggi, sempre portati con l’innocenza e la schiettezza di un bambino.
Babá Egun

Nell’Orun, il cielo delle credenze iorubá, esistono, accanto agli Orixás, associati all’origine e alla formazione del creato, anche gli Eguns, associati alla storia degli esseri umani. Gli Orixás reggono la struttura della natura e del cosmo, gli Eguns la struttura della società.
Iami

Rappresenta il potere primordiale di generatrice di vita, il primo utero, l’acqua da cui tutti quanti discendiamo. Simbolizzata nel passero, nel pesce e nella civetta.
Ifa

Divinità legata al destino del mondo, è l’intermediario tra il volere di Olorun e gli uomini. Il suo compito è quello di guidarci e orientarci, aiutandoci a prendere le decisioni migliori in accordo con il nostro cammino.