La trance
Uno dei fenomeni più eclatanti del Candomblé è sicuramente la trance dei suoi fedeli. Gli Orixás non sono concepiti come divinità trascendenti, ma realtà immanenti, così presenti nella vita delle persone da prendere possesso dei loro corpi in determinate cerimonie.
Non tutti, però, possono andare in trance: ogãns ed ekedes restano sempre svegli per potersi prendere cura delle persone possedute. Inoltre, tanto maggiore è il tempo da cui una persona è iniziata, tanto più difficilmente andrà in trance: questo perché, col tempo, la sinergia con il proprio Orixá diventa così intima che non è quasi più necessario che la divinità si manifesti attraverso la possessione.
Solo chi è iniziato può ricevere il proprio Orixá: l’iniziazione è un processo di contenimento e preparazione alla potenza della trance. Può però accadere che, durante una cerimonia, persone particolarmente sensibili sentano fortemente le energie presenti e cadano in quello che viene definito “Santo bruto”, una trance scoordinata e brutale, che spesso causa svenimento e perdita di connessione con la realtà. Quando accade ciò, l’Orixá sta manifestando il desiderio che la persona venga iniziata per poter dare una direzione più costruttiva alla sua sensibilità.